Fra queste ricordiamo San Michele a Caselli, San Lorenzo, San Martino a Pontifogno, San Andrea a Cascia, Santa Tea a Cascia, San Giovenale, San Tommaso a Ostina, San Siro, Sant’Agata in Arfoli, Santa Margherita a Cancelli, San Salvatore a Leccio. Alcune di esse, come Santa Lucia di Fondoli, non esistono più o sono state dismesse.
Si tratta in gran parte di edifici rurali, immersi nella campagna; essi rappresentavano il segno di appartenenza a un “popolo”, ovvero la comunità sorta intorno ad una chiesa. Per questo motivo Reggello, che ebbe la sua chiesa in epoca molto tarda (1594), nei documenti antichi viene sempre definito “borgo” e non “popolo”.
Molte di queste chiese risalgono al XII secolo, tutte di impronta romanica, con una sola aula conclusa da un’abside. La chiesa di Santa Tea, a circa 300 metri dalla pieve, presenta ancora questa impostazione. Altre sono state rimaneggiate nel tempo, come Caselli che, rispetto alle origini longobarde, mostra oggi un interessante aspetto barocco arricchito da dipinti del XVII secolo.
Tre di queste chiese nel XIV-XV secolo costituirono, insieme alla pieve di San Pietro a Cascia, la Comunità dei Quattro Popoli: San Michele a Caselli, San Martino a Pontifogno e Santa Tea.
Anche la chiesa di San Salvatore a Leccio era inserita nel castello di Leccio, costruito sulle Balze. Il terreno franoso causò però la rovina di questo sito e l’edificio fu trasferito nell’attuale borgo alla fine del XVIII secolo. Una bellissima croce dipinta, recentemente restaurata, ne resta a testimonianza.
Anche la chiesa di San Salvatore a Leccio era inserita nel castello di Leccio, costruito sulle Balze. Il terreno franoso causò però la rovina di questo sito e l’edificio fu trasferito nell’attuale borgo alla fine del XVIII secolo. Una bellissima croce dipinta, recentemente restaurata, ne resta a testimonianza.
Nella chiesa si trova un pluteo del VIII-IX secolo in macigno decorato su tre registri di maglie quadrangolari di provenienza longobarda. L’impianto romanico della primitiva chiesa è stato modificato nel corso dei secoli. La chiesa di Sant’Agata divenne sede di una Comunità di Canonici nel 1270. A questo periodo risale l’edificazione del chiostro attiguo. Durante il XV furono completati gli affreschi tuttora visibili.
La chiesa presenta oggi, al suo interno, importanti opere d’arte dal XV al XVIIII secolo.
L’oratorio rimase dipendente dalla pieve di Cascia fino al 1780, anno in cui divenne parrocchia; 1907 ebbe un proprio fonte battesimale. Un restauro recente ne ha restituito l’aspetto cinquecentesco. Sulla parete dell’altare maggiore si può ammirare un notevole del dipinto del Trachiani.