Si tratta di una serie di opere , dal Quattrocento al Settecento avanzato, rimaste per decenni nei depositi delle Soprintendenze che solo con l’apertura del museo hanno potuto riacquistare una loro collocazione nel territorio dei appartenenza.
Vi sono opere di pittori molto importanti dell’area fiorentina, quali Ghirlandaio, Bronzino, Jacopo Vignali, Santi di Tito, Zanobi Rosi, commissionate sia direttamente dai pievani, sia in seguito alle raccomandazioni dei Vescovi che, venuti in visita pastorale, imponevano ai rettori degli altari di mantenerli con cura e di ornarli con dipinti sacri.
A Roberto Folchi, prima pievano poi vescovo di Fiesole dal 1481 al 1504, si deve la bella tavola posta sull’altare ricostruito al centro della prima sala, dove è raffigurata la Vergine col Bambino contornata dai santi Romolo, Pietro, Paolo e Sebastiano. In questo dipinto il Folchi compare direttamente come committente e non manca di sottolineare che il pagamento alla bottega del Ghirlandaio è stato “impensa propria” a proprie spese .
Meritano una sottolineatura le pregevolissime tele di Zanobi Rosi rappresentanti San Giovanni Battista e Santa Brigida.
Le due tele, insieme alle due predelline, anch’esse esposte, facevano parte di un dosso d’altare posto nella cappella dedicata ai due Santi all’apice della navata destra della pieve. Esse, firmate dalla sigla del pittore ZR e datate 1626, rappresentano una delle poche opere firmate direttamente dal Rosi che svolse la sua attività all’ombra di Cristofano Allori, del quale era solito terminare le opere che lui lasciava a metà.
Una delle ultime acquisizioni del museo è la bella tavoletta col Cristo Risorto la cui attribuzione a Paolo di Giovanni Fei è stata rivista dal De Marchi e dal Fattorini, i quali concordano nell’attribuirla a Martino di Bartolomeo di Biagio (Siena 1365/70 – 1434) pittore operante a Pisa e Lucca. La tavoletta, tutta oro e luce, è in deposito dalla chiesa di San Clemente a Sociana ed era stata usata come sportello di tabernacolo.
Interessante la collezione di ritratti di pievani e vescovi fiesolani esposta nella sala al primo piano, nella quale figurano autori quali Pietro e Ottaviano Dandini, entrambi pittori della cerchia dei Medici.